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Ricostruisci Pompei con i punti Esso Extra! (dal Misfatto 27/3/11)

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Lia Celi – Reintegrare il Fus rincarando la benzina non è così fuori luogo, visto che arte e cultura sono il nostro vero petrolio. E pieno dopo pieno, ogni consumatore potrà assurgere al ruolo di mecenate, finora riservato a re e potenti. Davanti ai distributori sta crescendo la nuova generazione di patroni delle arti: ecco i più generosi.


LORENZO IL MAGNIFICO
Esponente del ramo povero della famiglia Medici, i Medici di Famiglia, ha abbracciato la professione di autista di Tir perché ritiene meno disonorevole essere pagato dalle aziende farmaceutiche per trasportare medicinali che per prescriverle secondo i loro interessi. Autista infaticabile, con un mese di viaggi sù e giù per l’Italia Lorenzo potrebbe finanziare da solo il restauro della Galleria degli Uffizi, anche se crede che il Parmigianino sia un panino dell’Autogrill e Durer un preservativo. Ma il suo vero sogno sarebbe poter restaurare la galleria Paci II, sulla Salerno-Reggio Calabria: giudicata dalla Ue il tunnel più malmesso d’Europa, secondo il Magnifico andrebbe invece inserita fra i siti Unesco, «perché se c’entro col camion, ‘un esco più».

MARIAPIA GUGHENAIM
Pare che questa sensibile casalinga veneta abbia ereditato il fiuto artistico da certe zie francesi, quattro damigelle di Avignone così all’avanguardia che erano cubiste quando ancora non esistevano le discoteche. Non sorprende che Mariapia sia diventata un’attiva patrona delle arti: con le rette di iscrizione ai venticinque corsi di pittura, scultura, teatro e danza cui manda i suoi due figli, Dada e Dalì, mantiene un esercito di artisti, attori e ballerini che altrimenti morirebbero di fame. L’altra metà del suo stipendio da impiegata la spende nella benzina necessaria per portare i figli da una palestra all’altra a bordo della sua Citroen Picasso, insieme a Braque, il simpatico segugio di casa. Con i denari di Mariapia si potrà rafforzare la sorveglianza nalla Gnam di Roma, dove recentemente alcuni vandali hanno rammendato un quadro di Burri.


GIULIO SECONDO
Parroco di campagna, macina chilometri ogni weekend trasportando in pellegrinaggio il suo gregge (cioè i parrocchiani, ma l’odore che ristagna nel pullman ricorda da vicino un ovile). Benché imparentato con la ricca famiglia dei Della Rover, guida una malconcia corriera d’anteguerra che, letteralmente, beve come un alpino: è stata usata per anni da un prete di Montebelluna che la alimentava a vinassa e fiaschi de vin. Per disintossicarla, don Giulio l’ha adottata e, con grande pazienza, la sta riabituando ai carburanti analcolici. Ma la riabilitazione è lenta: per ora l’automezzo fa solo venti cm con un litro ed emette rutti terrificanti al monossido di Cabernet. Grazie all’aumento della benzina, don Giulio finanzierà il restauro della Casa di Loreto, anche se riterrebbe più pratico comprargli una gabbia nuova.

WILMER POLGHETTI
Nessuna parentela con Paul Getty, il miliardario che ospitava nel suo castello notevoli pezzi d’arte come la Venere di Morgantina. Il sciur Polghetti è un esuberante pensionato padano che ogni sera ospita nella sua Multipla notevoli pezzi di gnocca come la Diana di Lardirago, la Ebe di Vidigulfo e la Dafne di Pozzobonella, professioniste dei marciapiedi fra Milano e Pavia. L’aumento del prezzo alla pompa non lo ha sconvolto, anzi: «Lo sanno tutte, quando una pompa è fatta bene il Polghetti non guarda il centesimo». Grazie al suo contributo verrà presto posata la prima pietra del Museo dell’Escort, all’Olgettina, ma con la consueta modestia, Wilmer non ha voluto essere ricordato con una targa: «Per carità, se mia moglie riconosce il numero mi fa un culo così».

BRUNO GECCHI CORI
Quasi omonimo del grande produttore, Bruno era uno sfaccendato bamboccione quarantenne la cui unica occupazione consisteva nello sfrecciare tra Roma e la Versilia a bordo di una Lancia Aurelia dal clacson inconfondibile, corrompendo ingenui studenti di Legge, abbordando turiste e cafoneggiando nei ristoranti. In virtù del motore concepito in epoche pre-choc petrolifero, l’auto faceva fuori un pieno di benzina solo per abbassare i finestrini, il che, alla luce del provvedimento di Tremonti, avrebbe reso Bruno uno dei più promettenti finanziatori dei nostri film di qualità. Peccato che ieri sera si sia schiantato nei pressi di Viareggio a causa di un sorpasso azzardato.


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